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Marcello Gherbin: «Io che mi sono innamorato dei fisherman di Collesalvetti da diventare un Tuccoli Ambassador»

Ci si può innamorare così tanto di una barca da volerne diventare l’ambasciatore? Se la barca è un Tuccoli e se l’innamorato è Marcello Gherbin la risposta è: sì.

In un normale rapporto cantiere-cliente lo schema è definito. Da una parte c’è chi le barche le costruisce e le vende e dall’altra chi le barche le compra e le usa. Nel caso di Tuccoli e Gherbin lo scenario cambia. Da una parte c’è il cantiere che da oltre 70 anni costruisce barche per il diporto e per la pesca sportiva. Dall’altra c’è chi, dopo aver comprato la barca, decide di promuoverla e di farla conoscere a più appassionati di pesca e più diportisti possibile.

Marcello Gherbin, rappresentante esclusivo Tuccoli.

Marcello è in primo luogo un pescatore sportivo. «Soprattutto in acque interne e più per diletto che per competizione, tanto è vero che non partecipo a gare in mare, ma è un attività che pratico il più spesso possibile», racconta di sé. «Cercavo una barca per navigare, ma soprattutto per pescare in Adriatico. Certo, in mare ci porto anche la famiglia, ma questa e un’evenienza che si verifica 10 volte l’anno, mentre a pesca ci vado tre volte alla settimana. Avevo bisogno quindi soprattutto di un fisherman nel senso più puro del termine». In genere quando si vuole un mezzo così si pensa ai produttori americani. Ci piace la solidità di costruzione, la fama che si portano dietro e certe soluzioni tecniche. «Con una caratteristica limitante, però: le barche nate negli Stati Uniti sono pensate per l’uso in acque oceaniche, non vengono al mondo per il Mediterraneo, un mare con caratteristiche di onda più basse, ma secche e ripide, sensibilmente differenti da quelle più alte, lunghe e morbide che si trovano in oceano», illustra il pescatore padovano.
In Tuccoli però ha trovato la perfetta unione tra le due necessità: standard costruttivi americani in termini di peso, struttura costruttiva, impostazione di coperta, ma con l’opera viva pensata per le acque mediterranee. Il modello nato a Collesalvetti che lo ha stregato è stato il T250 VM di cui è diventato subito armatore e che ha trovato ormeggio nella darsena Le Saline a Chioggia, una delle più attive e attrezzate del nord Adriatico.

Perché scegliere una barca di valore

Il Tuccoli T250 VM.

«Un Tuccoli si porta dietro un sacco di contenuti sia di progetto sia costruttivi sia di impiantistica. Normale che questo ricada sul prezzo di vendita. Difficile che un pescatore scelga qualcosa di “costoso” se non ha provato direttamente che quel costo non è un sovrapprezzo dovuto alla marca, ma il giusto prezzo di una barca che oggettivamente e soggettivamente vale di più. Per fare capire a chi va per mare che quella barca è la barca perfetta per lui, devo fargliela provare», dice Marcello.
Quindi sommando la passione per la sua Tuccoli T250 VM e la rara presenza dei fisherman toscani in Adriatico, soprattutto dei nuovi modelli, Gherbin ha deciso di diventare un rappresentante esclusivo del cantiere livornese.
«Non sono un dealer, non vendo anche barche di altri cantieri, mi occupo solo dei modelli Tuccoli. Mi interessa che chi cerca un fisherman da questa parte dello Stivale, possa avere la possibilità di provare una gran barca come quelle che costruiscono a Collesalvetti. Per questo oltre a mettere la barca a disposizione per le prove e a fornire al cantiere indicazioni su ciò che può essere più interessante per un pescatore adriatico ho intenzione di organizzare eventi e momenti in cui i diportisti toccano con mano le qualità di questi mezzi», spiega Marcello .
Così, da un amore personale nasce un’opportunità per tutti coloro che vogliono conoscere da vicino i Tuccoli o anche solo togliersi la curiosità di capire come mai un fisherman del genere vale così tanto. Se volete prendere contatto Marcello Gherbin gli inviate una mail all’indirizzo: marcello@barchetuccoli.it, oppure visitate la sua pagina Facebook o gli telefonate al +39 349 789 00 81.

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