La traina d’altura veloce è una tecnica della pesca sportiva che si pratica utilizzando esche artificiali. È straordinariamente adrenalinica tanto che, acquisita un po’ di pratica, può regalare uscite in barca all’insegna del vero divertimento. Poiché si pratica su alti fondali, si è portati ad associare tale pesca alle lunghe traversate in mezzo al mare. E all’utilizzo di enormi sportfisherman super equipaggiati. Se però si conoscono gli spot giusti, quelli che garantiscono grandi profondità anche a poche miglia dalla costa, e con la barca adatta, un natante di qualità e appositamente allestito come un fisherman Tuccoli, si possono fare incontri e catture memorabili.
Esistono diversi spot adatti a questo tipo di pesca addirittura sotto costa, là dove il mare sprofonda rapidamente. Per esempio davanti a Scilla, lungo il versante tirrenico della Calabria. Parliamo del tratto di costa poco a nord di Reggio e di un paese che domina il mare da un promontorio all’ingresso settentrionale dello Stretto di Messina. Un posto bellissimo fuori dall’acqua, molto caratteristico, le cui origini risalgono ai tempi della Magna Grecia. Scilla la mitologica, la cui storia è raccontata nell’Odissea – Scilla, in greco Skylla, deriva dal fenicio “sol” cioè pericolo. È descritta da Omero come un mostro a sei teste, atroce e spaventevole, che abbaia e ringhia orribilmente. Ha tante cose di sé da raccontare, ma oggi è soprattutto una bella località di villeggiatura, aggrappata a un tratto di costa scoscesa fra due speroni rocciosi e con ai piedi una fantastica spiaggia bianca.
Scilla è una grande attrazione per gli appassionati d’immersioni proprio per la sua particolare conformazione subacquea poiché a qualche bracciata dalla riva si trova la famosa “montagna sommersa”, una guglia di roccia che sale dal blu profondo, lussureggiante di flora e fauna marina, assolutamente imperdibile: è la casa dei pesci San Pietro. Per chi pratica la pesca ricreativa, il mare davanti a Scilla è uno spot che può regalare momenti di adrenalina pura per la varietà e la particolarità delle prede, che in queste acque possono raggiungere misure ragguardevoli. Quali le specie sono insidiabili? A Scilla si può pescare veramente di tutto! È la corrente, la fortissima corrente che arriva dallo Stretto, a fare la differenza, portando nella zona tanto cibo e dunque una grande varietà di pesce che lo segue. Anche la morfologia del fondale contribuisce a tale abbondanza: entro mezzo miglio dalla costa ci sono fino a 70 metri di fondo, che da lì a poco precipita fino ai 600, 700 metri di profondità. Insomma, a Scilla è possibile praticare la traina d’altura anche restando entro le tre miglia dalla costa, una distanza dove possono navigare natanti con dotazioni di sicurezza ridotte, dunque realmente alla portata di tutti.
Il re di queste acque è sicuramente il pesce spada. Per aumentare le chance di cattura, consigliamo di provare a insidiarlo soprattutto di notte. Un’esperienza forte non tanto per il buio, ma per la corrente dello Stretto, che in questa zona è davvero sostenuta. Suggeriamo, pertanto, a chi non è pratico di farsi accompagnare da qualche locale che conosca esattamente orari, intensità e direzione, oltre ad avere pratica nella traina veloce.
Di giorno la preda più ambita e spettacolare è, invece, l’aguglia imperiale: un pesce pregiato, combattivo, splendido, al quale viene giustamente attribuito il nome di “Marlin del Mediterraneo”. Il periodo migliore per insidiarla è durante i mesi più caldi dell’anno, fra la tarda primavera e l’estate. Fra i diversi tipi di esche artificiali che si possono utilizzare per questo tipo di pesca alla traina, specie per l’aguglia imperiale consigliamo i kona o jet, da 12 a 20 centimetri, da trainare in un range di velocità abbastanza sostenuto, fra i sette e i dieci nodi. Per questi artificiali le colorazioni che vanno meglio sono quelle sul nero, viola e rosa. Oltre ai citati rostrati, trainando con gli artificiali, a Scilla come altrove, possiamo insidiare tunnidi e lampughe. Un trick su questo tipo di pesca? È molto importante montare prima degli artificiali degli attrattori, che nell’idioma dei pescatori prendono il nome di teaser bird. Grazie alla loro forma particolare sono in grado di creare molta turbolenza sulla superficie dell’acqua e per questo riescono ad attirare meglio i pesci predatori.
Concludiamo parlando dell’attrezzatura: come canna, specie se la barca a disposizione è piccola, si può usare una stand up, compresa fra le 20 o 30 libbre, sulla quale montare un mulinello sempre da 20 libbre e, soprattutto, capace di imbobinare almeno 400 metri di lenza. Per quest’ultima consigliamo del nylon giallo fluo da 20 libbre.