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VM Fishing Line: tira fuori il Paganini della pesca che è in te!

Conosci la storia del violino di Paganini? Probabilmente sì, ma più probabilmente ti starai chiedendo: cosa c’entra “il violinista del Diavolo” con la nautica da diporto? 

Ogni arte ha il suo mezzo, ogni artista il suo strumento, non solo in senso generico ma assolutamente specifico: ciascun musicista incontra nella sua vita pochi esemplari davvero adatti, con cui riesce a stabilire un rapporto di fusione perfetta. A volte, come nel caso di Paganini, lo strumento è di fattura straordinaria e perciò si rivela uno solo per tutta la vita. 

Per noi di Tuccoli lo stesso vale per il pescatore e il suo fisherman.
Dopotutto, andare per mare è un’arte, siamo d’accordo? E non esiste al mondo strumento più adatto di un fisherman per chi ama pescare. Ma non voliamo subito al punto, godiamoci insieme questa traversata: per prima cosa, Paganini e il suo “Cannone”. 

Paganini e il suo “Cannone”

Il celebre violinista genovese, forse il più grande di tutti i tempi, chiamava così lo strumento con cui divenne famoso e suonò fino all’ultimo giorno. Il suo “cannone di violino” era infatti dotato di un suono assai pieno e di una struttura resistente, due caratteristiche che insieme lo rendevano capace di veicolare tutta la potenza emotiva e la tensione espressiva tipiche delle esecuzioni paganiniane. Peraltro sappiamo che non si trattava di un violino qualsiasi, ed è forse anche per questo che resistette per decenni all’impeto esplosivo del genio. 

Si racconta infatti che, nel 1802, il giovane Niccolò Paganini si trovava a Livorno col padre Antonio. I due avevano lasciato Genova, ormai sotto influenza francese, e si erano trasferiti nella nostra amata città. Antonio aveva trovato lavoro al porto – si era sempre occupato di imballaggi per carichi portuali, anche se la sua vera passione era la musica, ed era tanto forte che l’aveva trasmessa al figlio – mentre Niccolò si era messo a scrivere musica per fagotto per un dilettante svedese e ogni tanto si esibiva. In quel momento, però, Paganini era sprovvisto di uno strumento di proprietà, perché il suo lo aveva perso al gioco. Così, dopo un paio di concerti, venne invitato a suonare per l’inaugurazione del teatro Avvalorati. 

E fu proprio l’impresario che lo aveva chiamato a suonare, Monsieur Livron, a prestare a Paganini un violino molto pregiato, costruito nel 1742 dal cremonese Bartolomeo Guarnieri detto “del Gesù”, uno dei più importanti liutai dell’epoca.

Al termine del concerto, Monsieur Livron, estasiato dall’esecuzione, disse a Paganini:

“Non profanerò mai quelle corde che le vostre dita hanno toccato, lo strumento è ormai vostro”.

Da quel concerto, il violino divenne molto più che il compagno fidato della sua carriera di violinista: si trasformò in una sua naturale estensione. 

Il pescatore e il suo fisherman

La storia di Paganini e del suo “Cannone” ha un valore universale, perché racconta quanto possa essere fatidico l’incontro con lo strumento perfetto, e come il talento e la passione abbiano sempre bisogno dei mezzi giusti per esprimersi. Il genio del violinista sarebbe certamente esistito anche senza il Guarnieri del Gesù datato 1742. Ma avrebbe mai raggiunto quei livelli? Era Niccolò a infondere il suo talento nello strumento, o era lo strumento a ispirare e potenziare il suo talento? Non potremo mai saperlo, perché quando strumentista e strumento raggiungono una tale fusione non è facile tracciare dei limiti netti.

Ma a proposito del peso di uno strumento nella qualità di una performance, musicale o di altro genere, abbiamo ancora due dettagli interessarti da riportarvi. Il primo è che Paganini a quel violino fece un po’ di tutto: lo suonò a lungo senza mentoniera, lasciando sul legno una traccia delle sue fatiche, e pare che incidesse le sue corde prima di ogni concerto, affinché saltassero durante l’esecuzione e creassero un effetto esplosivo – una roba da rocker ante litteram. La seconda cosa è che quel violino è sopravvissuto secoli dopo la morte del suo possessore prediletto, e viene suonato ancora oggi: il che testimonia la sua fattura eccelsa. 

Come detto in apertura, per noi di Tuccoli l’aneddoto simboleggia alla perfezione la relazione tra un pescatore e il suo fisherman. I fisherman sono barche da diporto concepite in ogni dettaglio per sostenere, favorire, accompagnare il pescatore nella sua attività sportiva; i nostri, in particolare, sono pensati e realizzati per reinterpretare l’originale americano in funzione del Mar Mediterraneo e insieme rafforzare questa vocazione per la pesca sportiva.

Pensa in particolare alla nostra linea Fishing, messa a punto con il contributo di Marco Volpi. Il coinvolgimento del 33 volte campione del mondo è stato finalizzato proprio a rendere ogni dettaglio del progetto perfettamente in linea con le necessità di un vero pescatore. In più, i nostri fisherman sono, sia a detta di chi li possiede sia per dato di mercato, incredibilmente longevi e durevoli. Infatti restano in vendita sul mercato dell’usato per pochissimo tempo: perché nonostante gli anni di servizio, mantengono efficienza e affidabilità. 

VM Fishing Line: tira fuori il Paganini della pesca che è in te

Gavoni spaziosi, tante vasche per il vivo e il pescato strategicamente posizionate, portacanne dappertutto; e poi doccette, cassettiere, piani d’appoggio, sistemi di illuminazione; infine, misure calcolate al millimetro – come l’altezza del trincarino, il cui bordo superiore è a 70 cm dal calpestio, proprio sopra il ginocchio, e con la parte imbottita alta 20 cm: pensata per darti l’appoggio necessario a una posizione di pesca ferma e sicura. Grazie all’aiuto di Marco Volpi siamo riusciti a prevedere ogni tua necessità e offrirti un’esperienza in mare senza confronti. Ti basterà fare un’uscita su uno dei nostri modelli VM della Fishing Line Tuccoli per avere la sensazione che l’intera barca sia a tua completa di disposizione, che ti assista in ogni momento della tua sessione di pesca, quasi che faccia il tifo per te. Solo chi personalizza la propria barca conosce la sensazione epifanica di essere sul mezzo giusto, al momento giusto. E il bello è che le barche della linea VM si possono persino personalizzare ulteriormente: per esempio, sai che ci sono tre diversi tipi di seduta?  Insomma, non c’è limite alla sintonia e all’efficienza che puoi raggiungere a bordo di un nostro fisherman. 

210, 250, 280: tre misure diverse in ordine crescente, una sola vocazione. In questi modelli mettiamo tutta la nostra passione, esperienza e sapienza. La valutazione finale sta a te: se stai cercando il tuo strumento perfetto, non rimandare ancora… il tuo prossimo “Cannone di violino” ti aspetta, per aiutarti a tirar fuori il Paganini della pesca che è in te!

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